icerbox Zannoner regina by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

Mi sono domandato come potrei paragonare

questa prigione in cui vivo e il mondo:

ma poiché il mondo è popoloso

e qui non c’è nessuno se non io,

non posso farlo. Ma lo voglio elaborare.

La mia mente è femminile,

lo spirito è padre, questi due concepiranno

una generazione di pensieri generatori

e questi pensieri popoleranno questo piccolo mondo

di umori differenti come ha la gente del mondo,

perché nessun pensiero è soddisfatto.

Riflessioni di un uomo anziano, ormai isolato, e prossimo alla fine. William Cecil. Che si sentiva minacciato nel suo potere, perché la sovrana, vecchia quanto lui, e debole nel corpo come lui, non amava rispecchiarsi in figure anziane. A lei piacevano i giovani, belli e seducenti come il conte di Southampton.

Will decise di accantonare il teatro, se doveva partorire figure del genere, per volere di un consigliere reale. Si concentrò sulla poesia, sui poemetti, e decise di dar retta ai consigli di un ragazzo: trovarsi uno stampatore e pubblicare libri, da artista libero, senza le convenzioni e le pressioni di un teatro che doveva pareggiare i conti e, ancor meglio, riempirsi di folle per incassare il più possibile.

La prima strada per trovare un buon editore passava dai venditori e qui Will poteva contare su qualche buon amico: Emanuel, per esempio, che gli aveva venduto a buon mercato diversi volumi usati e che conosceva ottimi stampatori. Dopo un mese che si era ristabilito a Londra, Shakespeare si presentò alla bancarella del mercante, ma al suo posto trovò una giovane donna dall’espressione seria, che non mutò in una più cordiale quando lui si avvicinò e chiese del libraio.

«Ditemi, sono sua moglie» gli spiegò, a voce bassa, senza particolare cortesia. D’altra parte, a Londra la cortesia era merce rara e si offriva soltanto ai clienti assidui o a quelli molto ricchi.

«Molto lieto, signora. Sono William Shakespeare» si presentò lui, affabile. Sperava che la donna lo conoscesse. In fondo, erano passati soltanto alcuni mesi, nemmeno un anno, dai suoi fasti teatrali.

«Aveva ordinato qualcosa?» domandò lei, per nulla colpita dal nome, ma almeno il tono si era un poco raddolcito. Will sospirò e con pazienza chiarì: «Ho comprato spesso dei libri qui da voi ed Emanuel mi conosce abbastanza bene».

«Ha bisogno di un libro in particolare?» insistette lei, con un’aria caparbia che stonava con i suoi lineamenti delicati. Will così la valutò, pensando che fosse un vero peccato che la signora sfoggiasse quel tono freddo, quell’espressione triste. Perché aveva un viso dal bell’ovale, con la fronte alta e liscia, il naso piccolo e occhi grandi, dalle belle ciglia folte, e labbra morbide, ancora da bambina. Ed era giovane, di sicuro più di Emanuel che era ben oltre la trentina. Non le donava inoltre quel brutto scialle nero da vecchia, che dalla testa piombava giù fino in vita. A giudicare dalle mani e dai polsi, doveva avere un corpo snello, simile a quelli sinuosi, leggiadri, delle amiche di Lord Wriothesley che lo avevano gratificato con la loro fugace compagnia.

«Ditemi.» La giovane donna lo incalzò, scrutandolo, per nulla intimidita o imbarazzata dal suo sguardo curioso.

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